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giovedì 2 settembre 2010

La "BBS" non è un lusso

La qualità del nostro lavoro è una parte fondamentale della qualità della nostra vita. Se ci sentiamo nervosi, irritati, felici, soddisfatti, euforici, ecc. spesso lo dobbiamo a quello che ci accade sul posto di lavoro, ai sentimenti che proviamo e condividiamo con i colleghi, alle caratteristiche del nostro compito; per molti, e il pensiero va alle aziende che hanno attraversato la crisi, al lavoro che c'è, che se ne sta andando o che arriverà.

Una parte preponderante della qualità del lavoro è la sicurezza del lavoro e la sicurezza (e la salute) sul lavoro. Un lavoro pieno zeppo di rischi è (in genere) un lavoro poco soddisfacente, logorante, deprimente, talvolta mortale. Il nostro obiettivo deve quindi essere quello di migliorare la sicurezza e la salute sul lavoro per migliorare la qualità della vita. Per citare un intervento di Carlo Lucarelli sul tema: "...se quel posto è brutto e pericoloso e se quando torniamo a casa siamo troppo stanchi per raccontare, allora è lì che va fatta la battaglia per migliorare il lavoro.... Un'affermazione che chiunque sottoscriverebbe e che anche noi sottoscriviamo.

Se però qualcuno afferma che "la 626 è un lusso" e riceve degli applausi ne deduco però una riflessione. Forse abbiamo un problema “noi” addetti alla sicurezza: quello di risultare antipatici, burocratici e lontani dalla realtà operativa.

Quante volte capita di suggerire disposizioni spesso difficilmente applicabili dall’azienda e dalle persone che vi operano? Quante volte le richieste di legge portano a passare più il tempo in ufficio (a scrivere e documentare) che con le persone che lavorano… E il tempo passato a “parlare con” (non a “parlare a”) è una frazione infinitesimale del nostro lavoro? Come ci comportiamo di fronte a richieste di aziende (sempre meno per la verità) che ci chiedono di realizzare sistemi di gestione "cartacei" e poco efficaci?

Ci vorrebbe una rivoluzione copernicana che mettesse al centro la persona (e quindi la sicurezza "vera") e non le carte... Qui il pensiero va alla BBS perché porta a compimento questa rivoluzione in maniera sistematica (l'amico Tripiciano dice: "getta un ponte tra le carte e la realtà operativa"): un ponte necessario che avvicina la sicurezza alle persone anzi le mette al centro dell’azione e le rende parte attiva dell’attività di prevenzione.

Nella maggior parte delle implementazioni di BBS abbiamo ottenuto risultati importanti in termini di riduzione degli infortuni. Non in tutte, come è logico che sia: per esempio nelle piccole unità operative, con pochi infortuni, non è sempre facile osservare e dimostrare andamenti chiari.

In tutte però abbiamo visto i sorrisi e l'entusiasmo di osservatori e osservati (quasi tutti...), l'approvazione per un intervento che vuole scoprire le motivazioni dei comportamenti non per scaricare le responsabilità sui lavoratori e "assolvere" l'organizzazione ma per coinvolgerla appieno ed a tutti i livelli, gli scettici diventare convinti, la richiesta genuina di entrare a far parte del team di osservazione o dello “steering committee” perché "si fa qualcosa che serve", "tutti dovrebbero profitare (sic)".

E’ soprattutto per questi motivi che ormai da quasi 10 anni ci impegniamo nella applicazione e nella promozione della BBS nelle aziende.

Grazie a chi ci ha dato fiducia, scoprendo che: “la BBS non è un lusso”.

Nicola Bottura











lunedì 18 gennaio 2010

Terminiamo la pubblicazione della traduzione dell'articolo di Geller su cosa sia preferibile modificare prima, i comportamenti o l'attitudine, intesa come convinzione intima.

Questa è la terza puntata, in cui vengono presentate anche alcune tecniche per la modifica dei comportamenti in materia di sicurezza sul lavoro. Alla traduzione ha collaborato anche l'ing. Altitonante.



parte tre

[........]

Il piede nella porta; iniziare dal piccolo e costruire

Anche questa strategia di influenza deriva direttamente dal principio della coerenza. Pur di essere coerente, una persona che dà seguito a una piccola richiesta è probabile che in seguito accetti una richiesta maggiore. Quindi, dopo avere accettato di far parte di un “comitato sicurezza”, è più facile che una persona accetti di fare una presentazione sulla sicurezza al meeting di stabilimento in materia di salute e sicurezza. La ricerca ha dimostrato che questa strategia di impegno ha successo nell’incrementare le vendite, nella raccolta di fondi per la beneficienza e nelle donazioni di sangue.

La tecnica dell’Impegno Scritto sopra citata utilizza questo principio. Più specificatamente, dopo che le persone hanno firmato un Impegno Scritto a tenere un certo comportamento per un determinato periodo di tempo (come “Allacciare le cinture di sicurezza per un mese”, “Utilizzare una particolare attrezzatura protettiva personale per due mesi”, “Camminare all’interno delle linee gialle per il resto dell’anno”), è molto più probabile che rispettino realmente tale comportamento sicuro.

La tecnica del “piede nella porta” funziona solo per aumentare i comportamenti sicuri quando le persone accettano la piccola richiesta iniziale. Infatti, se una persona dice “No” alla prima richiesta, potrebbe trovare persino più facile rifiutare una richiesta successiva, più importante. Quindi, se le circostanze suggeriscono un “No” alla tua richiesta, non hai iniziato a sufficienza dal basso. In questo caso, dovresti essere pronto a tirarti indietro per una richiesta meno impegnativa. Scriverò di più su questa tecnica in un articolo di ISHN di Luglio, 1995.

Tirare un colpo basso: gioca al rialzo dopo

Questa tecnica di “tirare un colpo basso” si verifica quando una persona viene persuasa a prendere una decisione o un impegno (ad esempio, far parte di un “comitato sicurezza”) dalle puntate relativamente basse associate alla decisione (i meeting mensili di sicurezza non richiederanno troppo tempo e sforzo). Poi, quando l’individuo prende l’impegno di una decisione (frequentare i primi due meeting di sicurezza), le puntate vengono aumentate (sono richiesti più meeting per uno sforzo speciale sulla sicurezza). A causa del principio di coerenza, è probabile che l’individuo rimarrà fedele all’originale (rimanga un membro attivo del comitato).

Quasi 20 anni fa i ricercatori hanno dimostrato per la prima volta la potente influenza di questa tecnica raccogliendo le iscrizioni fra gli studenti di un college per un esperimento sui “processi di pensiero” che si sarebbe svolto alle 7:00 di mattina . Durante le telefonate di richiesta di partecipazione, l’orario di inizio è stato menzionato preliminarmente alla metà dei soggetti. Solo il 24% di questi è stato d’accordo nel partecipare. Per gli altri soggetti, chi ha chiamato ha prima chiesto se volessero partecipare alle studio. Successivamente, dopo che il 56% è stato d’accordo, chi ha chiamato gli ha tirato il “colpo basso” comunicandogli che l’esperimento sarebbe iniziato alle 7:00 di mattina. Ai soggetti è stata data la possibilità di cambiare idea, ma nessuno l’ha fatto. Inoltre, il 95% di questi individui si è realmente presentato all’appuntamento delle 7:00. Dopo aver preso un impegno iniziale nel partecipare, praticamente tutti questi soggetti hanno mostrato coerenza e mantenuto il proprio impegno, a dispetto del “colpo basso”.

Questa procedura è simile alla tecnica del “piede nella porta” nel fatto che si verifica una richiesta maggiore dopo che la persona di riferimento accetta una richiesta meno impegnativa. Una differenza chiave, tuttavia, è che c’è solo una decisione base nella procedura del colpo basso, con i costi o le puntate incrementate dopo l’impegno iniziale. Questa coerenza tattica è comune tra i venditori di automobili. Una volta che un cliente ha deciso di comprare una macchina ad un prezzo speciale (ad esempio, $800 al di sotto dei concorrenti), il prezzo viene aumentato per una serie di ragioni. Il capo dell’addetto alle vendite potrebbe aver rifiutato di approvare l’affare, alcune opzioni potrebbero non essere incluse nel prezzo speciale, o il manager potrebbe aver diminuito il valore della permuta del cliente. I clienti che hanno optato per l’offerta speciale generalmente non cambieranno idea di fronte ad un aumento di prezzo (“colpo basso”), perché il venire meno della decisione di acquisto potrebbe far pensare ad una mancanza di coerenza o indicare un mancato adempimento di un dovere (anche se il dovere è solo immaginario). Spesso i clienti svilupperanno un insieme di nuove ragioni per giustificare i costi aggiuntivi.

Non tradire la fiducia

La strategia di tirare colpi bassi solleva un problema critico rispetto all’utilizzo di certe tecniche per aumentare il comportamento sicuro. Anche se il tirare colpi bassi viene utilizzato abbastanza frequentemente per accrescere la coerenza, come percepiresti i promotori del cambiamento (ovvero le persone che utilizzano questa tecnica) se sapessi che la utilizzano in modo intenzionale per avere da te più soldi, maggiore impegno o un comportamento più sicuro? Ad esempio, ti fidi di un cameriere che ti porta una lista di vini costosi solo dopo che ti sei seduto e hai fatto le tue scelte dal menù? La tua risposta probabilmente dipende da se credi che questa sequenza di eventi sia intenzionale per farti spendere di più.

In modo simile, potresti non provare avversione o sfiducia nei confronti del venditore di automobili che aggiunge costi al prezzo di acquisto pubblicizzato a meno che non sospetti che il differenziale di prezzo sia stato inventato deliberatamente per aumentare il profitto. In altre parole la nostra fiducia, il nostro apprezzamento o rispetto per le persone potrebbe diminuire in modo considerevole se pensiamo che abbiano utilizzato una particolare tecnica di influenza per ingannarci o imbrogliarci al fine di modificare il nostro atteggiamento o comportamento. Di certo, non ci sarebbe nessun male se il risultato è chiaramente per il nostro bene (come per la nostra salute o sicurezza) e se ce ne rendiamo pienamente conto.

In conclusione

Quindi, a causa del principio di coerenza non importa se viene modificato prima l’atteggiamento o il comportamento. Il problema è se sia disponibile una tecnica per modificare l’uno o l’altro. Le tre tecniche qui discusse sono state introdotte come modifiche del comportamento. Tuttavia si potrebbe argomentare che le dimensioni interne (attitudinali) sono implicite in ognuna delle tecniche. Per una massima efficacia, ad esempio, la procedura dell‘Impegno Scritto richiede che la persona creda (intimamente) che l’impegno sia volontario. Proseguendo nella coerenza con l’intensificarsi delle richieste, viene sviluppato l’impegno interno, fino a conseguire risultati nell’“atteggiamento”. D’altra parte la tecnica del Colpo Basso si basa sullo sviluppo da parte del soggetto di una giustificazione interna per la decisione iniziale, che dopo rafforza l’impegno e conduce al comportamento nonostante il “colpo basso”. Di conseguenza, la lezione chiave è che le persone tentano di mantenere coerenti le proprie dimensioni interne (come l’atteggiamento) e le azioni esterne (comportamento). Quindi, sia che l’atteggiamento o il comportamento vengano modificati, se la persona non si sente forzata, probabilmente l’altro elemento ne risulterà comunque influenzato.

E. Scott Geller, Ph. D.

Professore alla Virginia Tech

sabato 28 novembre 2009

Il 4 Dicembre i RSPP / ASPP Italiani incontrano il Ministro del Lavoro: Arrivederci a Roma !

Ormai tutto è pronto, al Centro Congressi La Fornace fervono gli ultimi preparativi per quella che sarà la Manifestazione più importante del 2009 degli Operatori della Sicurezza sul Lavoro, e non solo…

Infatti oltre ai più di 2.000 RSPP e ASPP che hanno registrato la loro presenza ( tutti coloro che hanno inviato il form on line ) si aggiungeranno centinaia di Direttori del Personale mobilitati dai nostri amici di HR Community , centinaia di Ispettori del Ministero del Lavoro , delle ASL , e ricercatori,accademici,amministratori e operatori economici interessati alla Sicurezza sul Lavoro.

Insomma un evento che solo per le dimensioni rappresenta un fatto politico ,un avvenimento istituzionale , un momento informativo di rilevanza nazionale: le Community dei RSPP/ASPP e dei Capi del Personale incontrano il Ministro del Lavoro Maurizio Sacconi e i suoi due predecessori , Treu e Damiano; l’INAIL anticiperà il suo rapporto annuale, la Direzione Generale Ispettiva del Ministero del Lavoro illustrerà i suoi programmi di azione,Amministratori delegati e Direttori del Personale delle più importanti aziende italiane forniranno la propria percezione della situazione in materia di responsabilità sociale e sicurezza sul lavoro.

Insomma la manifestazione sarà una nuova importante tappa per la categoria professionale degli operatori della sicurezza sul lavoro per affermare un costante e progressivo affermarsi sul piano sociale: insomma la Professione in Materia di Sicurezza si sta affermando come una “Professione di Serie A “.
E permetteteci un pizzico d’orgoglio , FIRAS-SPP si conferma l’associazione più dinamica e rappresentativa del movimento per una grande e influente Safety Professional Community.


Arrivederci a Roma il 4 Dicembre !

venerdì 4 settembre 2009

Incidenti lavoro: studio Usa, l'ora legale aumenta i rischi

L’ora legale aumenta il rischio di incidenti sul lavoro. E’ quanto emerso da uno studio dei ricercatori della Michigan State University, apparso pochi giorni fa sulla rivista “Journal of Applied Psychology”.
Mettere l’orologio un’ora avanti, nel mese di marzo, fa crescere la stanchezza e la disattenzione dei dipendenti, soprattutto subito dopo l’entrata in vigore del nuovo orario.

L’indagine ha analizzato il numero di infortuni segnalati dalla Mine Safety and Health Administration dal 1983 al 2006, insieme al numero di giornate lavorative perse a causa di ferite riportate dai dipendenti. In 24 anni sono stati segnalati 576.292 infortuni sul posto di lavoro. In media, ci sono state 3,6 lesioni in più il lunedì successivo al passaggio all'ora legale rispetto agli altri giorni. Sono stati persi più di 2.649 giorni di lavoro a causa di queste lesioni.
I ricercatori hanno riscontrato un aumento di circa il 68% a causa di infortuni associati all'ora legale, confermando inoltre che le persone dormono meno nei giorni successivi al passaggio all’ora legale.

“Un’ora di sonno perso può non sembrare molto – ha spiegato Christoopher Barnes, responsabile dello studio –, ma i nostri risultati suggeriscono che potrebbe avere un impatto sulle capacità delle persone di stare all'erta sul lavoro e di prevenire lesioni gravi”. Le aziende, a suo giudizio, possono utilizzare i risultati dello studio: “Si può pianificare il lavoro particolarmente pericoloso in altri giorni, forse alla fine della settimana, dopo che i dipendenti hanno avuto il tempo di adeguare i loro programmi al sonno”.
Licenza Creative Commons
Questa pubblicazione è distribuita sotto licenza “CREATIVE COMMONS PUBLIC LICENCE” ed è proprietà dell’ ”Associazione Culturale Professione Sicurezza – Italian Safety Professional Community” Corso Costituente n. 53 , cap. 00040 Rocca di Papa ( Roma ) Tel.06 99345257 Fax 06 99335656 mail:direzione@professionesicurezza.info . La pubblicazione e diffusione è consentita gratuitamente, ma citando le generalità dell’autore originale, per fini non commerciali ed esclusivamente in forma integrale, senza alterazione od omissione di contenuti. Per il testo integrale della licenza si rimanda all’ultimo paragrafo. I contenuti riportati sono indicativi e non hanno valore di testo di legge o di linee guida ufficiali.con licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Italia.